Il 25 aprile si commemora la ricorrenza dell’anniversario della Liberazione dell’Italia dal regime fascista e, come ormai avviene sin dall’anno successivo alla fatidica data del 1945, anche nel Comune di Monterosso Grana, paese della Valle Grana, zona in cui si erano rifugiati i Partigiani della Banda GL (Giustizia e Libertà) per combattere contro i tedeschi, ha avuto luogo, in una bella ma fredda giornata, una cerimonia rievocativa.
Alle ore 9,30 il sindaco di Monterosso Grana, Stefano Isaia, ha dato il via con un bel discorso alla commemorazione, celebrata presso il cippo eretto in frazione Levata a ricordo dei combattenti scomparsi, seguito da quello del sindaco di Pradleves, Marco Marino, lasciando poi spazio alle toccanti frasi lette dagli alunni della classe quinta della Scuola di Valle ed alla musica degli organetti di quattro piccoli musicisti.
E’ poi intervenuta la nipote dell’ultimo partigiano della Valle Grana ancora vivente, il caragliese Andrea Torino, classe 1921, che ha portato i saluti dello zio, poi Don Roberto ha impartito la benedizione ai presenti, seguita dalla celebrazione della Santa Messa, officiata presso la chiesetta di San Giovanni.
Di seguito il discorso del Sindaco:
“Ricordiamo che il 25 aprile del 1945 come “Festa della liberazione”, una conquista ottenuta con la lotta, con il sangue, con il sacrificio, per ottenere la LIBERTA’. Qui rappresentata da questo monumento realizzato negli anni 80, dall’amministrazione di Roberto Massa, e grazie al sig. VIANO Felis del Saretto, che regalò la pietra che vedete eretta su questo monumento, presa direttamente dalle lausiere del Frise.
Generazione dopo generazione, dobbiamo tenere bene a mente il prezzo pagato dagli italiani per quella vittoria.
Il nostro territorio comunale è stato protagonista di questi eventi ed ha visto molti caduti.
Rileggendo vecchi documenti dell’Amministrazione, anche grazie al nostro caro Bep dal Cuc che ci ha lasciato da poche settimane, ho scoperto gli atti di eroismo che gli abitanti di Monterosso Grana vissero durante la Resistenza dal nazifascismo. Pagina buia e triste della nostra gente, un momento, però fondamentale per la nascita della democrazia.
Lo scorso anno, proprio dopo aver partecipato qui alla commemorazione del XXV aprile, ho avuto l’onore di assistere alla visita del Presidente della Repubblica Mattarella, a Cuneo.
Mi sembra ancora di risentire le parole che rivolse a Cuneo, Città Martire della Resistenza. Parole di conforto, di stima e fiducia verso i nostri Comuni, verso le nostre genti.
Ha suscitato in me particolare emozione il passaggio in cui il Capo dello Stato ha elencato i Comuni insigniti di Medaglia, affermando che "la Repubblica si inchina al loro sacrificio".
Sovente gli Amministratori si sentono soli nel marasma burocratico. Parrebbe che le difficoltà siano insormontabili, però, poi, giunge una mano, una voce, un sostegno. Allora, con immutata volontà, si riparte, si accantonano le fatiche e si spera nel futuro. Un futuro di condivisione di libertà, di valori e di prosperità per tutti.
Nei mesi scorsi ho avanzato al Presidente Mattarella la richiesta che il Comune di Monterosso Grana ottenga un riconoscimento al Valore Civile, che sia un grazie per i miei concittadini che tanto patirono 80 anni fa. Un segno di riconoscenza per chi perse tutto, per coloro i quali, nella allora scuola della frazione Damiani, furono i primi ad accogliere le Brigate Partigiane, così come ricordato nei libri di Giorgio Bocca.
Un segno di gratitudine della Patria per Monterosso Grana, per far sì che il passare del tempo non sia un dimenticare bensì un rinnovare gli unici valori che accomunano gli italiani, la Democrazia e la libertà”.